Origine della chiesa avventista a Plaesano

 

Gli inizi della comunità avventista

 

L'avventismo fa la sua comparsa a Plaesano nel lontano 1967, ad opera del signor Biagio Cuppari. Era l'anno1964 quando si trovava a Roma e lavorava in una sartoria della capitale. Un giorno, alcune persone entrarono e lasciarono al suo datore di lavoro un invito per partecipare a delle conferenze religiose, e se n'andarono. Cuppari vide che il titolare della sartoria ignorò quel volantino, quindi lo prese e decise di partecipare a quelle conferenze.
Il relatore era un certo pastore Domenico Visigalli, e le conferenze si tenevano in una chiesa evangelica dal nome: «Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno» sita in Roma, a via Lungotevere Michelangelo 7. Biagio Cuppari fu immediatamente colpito dal messaggio e, in seguito, decise di approfondire l'argomento. Si iscrisse a un corso biblico per corrispondenza, dopo di che si fece aiutare da un membro di quella chiesa, Caterina Masiello. Rimase quanto mai affascinato della scoperta che aveva fatto e, dopo qualche tempo, decise di aderire a pieno titolo a quella chiesa, facendosi battezzare per immersione totale nel mese di Ottobre del 1964 all'età di ventiquattro anni.
Poco tempo dopo, forte di un grande entusiasmo e in preda al fuoco dello Spirito, sentì il desiderio di comunicare questa novità assoluta ai suoi amici d'infanzia che aveva lasciato a Plaesano, suo paese natio. Forte fu la voce di Gesù che gli diceva: «Va' e racconta le grandi cose che il Signore ti ha fatto». Fu così che, dopo alcune titubanze iniziali, decise di partire alla volta di Plaesano con idee ben precise e in testa, addirittura, i nomi e cognomi di coloro ai quali doveva per primi annunciare la buona notizia.
Qualche tempo dopo mi confessò: «Sai, Salvatore, quando ho deciso di lasciare Roma per tornare a Plaesano e predicare l'evangelo, ho pensato proprio a te, e ai tuoi fratelli». Con quest'intento nel cuore, lasciò la capitale per ritornare al suo piccolo e sconosciuto paese.
Ancor prima di partire alla volta di Plaesano, ebbe modo di predicare la buona notizia al suo inseparabile amico e coetaneo Francesco Raschellà, anche lui a Roma per motivi di lavoro. In un primo momento, il Raschellà pensò che il suo amico fosse impazzito, o che fosse diventato ebreo; ma in seguito Cuppari, poiché sapeva bene come prenderlo, lo convinse per lo meno a fare ritorno insieme con lui a Plaesano. Finirono per darsi appuntamento al loro paese di nascita nel più breve tempo possibile, e così è stato.
Raschellà rientrò prima del Cuppari a Plaesano, mentre Cuppari, dopo aver fatto tanto per convincerlo, temporeggiò ancora nella capitale. Ambedue ignoravano che dietro tutto questo c'era una mente infallibile che ispirava quelle decisioni. Tutto muoveva in un'unica direzione: gettare le basi che avrebbero, in seguito, dato origine alla chiesa cristiana avventista del 7° giorno di Plaesano.

 

Tratto dal libro: ( AVVENTISTI DEL SETTIMO GIORNO A PLAESANO) di Salvatore Iaconi e Dora bognandi.